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Oltre le arcate

  • Immagine del redattore: eliasantini
    eliasantini
  • 19 mag 2020
  • Tempo di lettura: 8 min

Aggiornamento: 25 mag 2020

Restauro dei ponti storici e rigenerazione dei margini fluviali nel centro di Pontremoli. - TESI DI LAUREA



La città e il fiume: i ponti nella storia di Pontremoli

Al confine con l’Emilia, nell’ultimo lembo di terra a Nord della Toscana, sorge Pontremoli, la capitale storica della Lunigiana. Adagiata ai piedi del Passo della Cisa, Pontremoli nasce alla confluenza del torrente Verde e del fiume Magra ed è stata identificata da sempre come la “città dei ponti”. Nei secoli il continuo dialogo con i suoi fiumi ha determinato la costruzione di pregevoli manufatti in grado di oltrepassare le acque e creare nuove relazioni. Il tessuto urbano ha trovato il suo sviluppo in questo contesto, essendo modellato dal complesso sistema di viabilità che fa di Pontremoli crocevia decisivo. I ponti risultano avere un ruolo fondamentale per la loro funzione, per le loro peculiarità architettoniche e per il loro valore storico. Il lavoro di tesi fatto affronta aspetti della storia di Pontremoli da sempre dibattuti ma mai approfonditi nello specifico. La specifica ricerca fatta diventa perciò l’ampia base su cui fondare una riscoperta dei ponti pontremolesi del tutto inedita.

Il lavoro di tesi si svolge in quattro macro capitoli per poter sviluppare il tema con un’analisi multidisciplinare completa. Partendo dalla riscoperta della storia del borgo collegata alle vicende sulla costruzione dei ponti e sulle loro trasformazioni si è voluto mettere in luce il loro valore storico-architettonico. In primo luogo si sono trattate le origini di Pontremoli e le fasi di sviluppo del borgo soffermandosi sul tema della viabilità: in questa fase si è potuto fin da subito percepire il ruolo fondamentale che ricoprono tali strutture nella conformazione e nello sviluppo della città. Dopo aver riconosciuto le dinamiche che stanno alla base della definizione del tessuto urbano, si è scesi nel dettaglio sulle principali vicende che hanno interessato i ponti nell’area adiacente il centro storico. Il materiale storico-archivistico proposto ha messo così in luce insolite vicende costruttive, aneddoti di vita cittadina e strutture assai differenti dalle attuali.



Analisi del degrado e restauro: i ponti di San Francesco

La presa coscienza di queste peculiarità storico-artistiche porta a comprendere la necessità e l’importanza della tutela di questi beni. La conoscenza della storia dei ponti pontremolesi ha permesso di ricordare ad esempio le ingenti e rovinose piene che hanno avuto una notevole incidenza sul degrado materico e sui dissesti strutturali. Sebbene gli interventi di ricostruzione, riparazione e consolidamento attuati nei secoli abbiano permesso di mantenere quasi totalmente inalterate le funzioni e la sicurezza delle strutture, negli anni, i ponti di origine più antica hanno sviluppato varie forme di degrado dovute all’utilizzo, ai fenomeni naturali, alla scarsa manutenzione e alla loro posizione immersa nella vegetazione. La vicinanza di questi manufatti architettonici all’acqua ha determinato una logica predisposizione alla vulnerabilità dei materiali di costruzione. Così i fronti e le arcate dei ponti sono tuttora infestati da patologie tipiche di quelle opere che si ergono in luoghi molto umidi. È facile perciò riconoscere su tutte le superfici patologie come patine biologiche e crescite incontrollate di muschi e piccoli arbusti. Ma le tipologie di degrado riscontrate su tali ponti in realtà sono numerose. Viene pertanto sviluppata una fase di rilievo del degrado fatta puntualmente su tutti i ponti adiacenti il centro storico di Pontremoli e nello specifico sui due ponti medievali di San Francesco, gli odierni ponte della Cresa e ponte del Casotto, che, pur non presentando gravi dissesti strutturali, palesano una serie di patologie materiche e custodiscono una notevole rilevanza storico-architettonica. Entrambi i ponti, la cui struttura anticamente era costituita da un impalcato in legno appoggiato su pile in muratura, sono stati ricostruiti con arcate in arenaria locale e calce giungendo a noi con loro immagine medievale. In alcune aree sono riscontrabili aggiunte di malta cementizia o materiali di riutilizzo che rimandano ad interventi relativi al XX secolo. Lo stato materico-patologico della muratura presenta notevoli differenze tra i prospetti a valle e quelli a monte sia per l’azione degradante degli agenti atmosferici che per l’azione erosiva delle acque. La perdita di malta è un fenomeno esteso che ha determinato mancanze di materiale lapideo e l’instabilità di molti conci. Si riscontrano inoltre forme di degrado tipiche dell’arenaria come esfoliazioni e fratturazioni ma anche fenomeni di colonizzazione biologica che, assieme all’azione dell’umidità, determinano la formazione di patine e aloni scuri e biancastri, dovuti alle componenti calcaree. Il quadro fessurativo rilevato dimostra una generalizzata azione spingente della muratura di riempimento interna al ponte, ingrossata dalla penetrazione delle acque piovane, provocando lesioni verticali. La struttura dimostra una buona stabilità statica caratterizzata solo da cinematismi di assestamento, ormai consolidati.

Per poter approfondire meglio lo stato fisico di questi due ponti, è stato effettuato il rilievo materico patologico dei fronti e delle pavimentazione, partendo dalla ricostruzione dei raddrizzamenti fotografici con il supporto di un drone e del software Agisoft PhotoScan Professional. La successiva schedatura delle patologie ha portato alla definizione di interventi di conservazione nonché di pulitura, rimozione, consolidamento e reintegrazione. In questa fase ci si è soffermati anche sul monitoraggio del quadro fessurativo e sullo studio di interventi di consolidamento strutturale per sopperire allo spanciamento di una pila. L’osservazione riposta poi sulle pavimentazioni ha evidenziato la necessità di ripristino sia per la loro valenza storica che per i problemi legati al dilavamento delle arcate: è stato fondamentale perciò riconfigurare le porzioni perdute o non recuperabili ed effettuare un trattamento idrorepellente con impermeabilizzazione dei giunti. Infine per avere un pieno godimento del manufatto è stato pensato un nuovo sistema di illuminazione a led sia per la pavimentazione che per i fronti e le arcate dei manufatti.



Criticità urbane e rigenerazione: un parco fluviale nella città

In quanto il restauro di un manufatto trova pieno compimento con la valorizzazione del suo contesto, il recupero dei ponti pontremolesi è stato pertanto considerato nella sua completezza: gli interventi di conservazione sono così divenuti pretesto per la rigenerazione di tutte le pertinenze, i margini fluviali. Tuttavia, per poter espandere il raggio di azione ad una scala pressoché urbana, è stato necessario ottenere un quadro ben chiaro del borgo di Pontremoli attraverso un'analisi articolata su più livelli. Le letture interpretative del centro storico, supportate dal confronto con gli strumenti urbanistici vigenti, hanno favorito una maggior comprensione dello stato attuale del nucleo della città al fine di poter progettare e suggestivamente ipotizzare opere di riqualificazione compatibili con le aree che lo necessitano. Particolare attenzione è stata rivolta ai ponti storici e allo stato fisico delle loro pertinenze: si è deciso di approfondire le potenzialità e le criticità delle aree fluviali stanti tra colle del Piagnaro e la confluenza del fiume Magra con il torrente Verde. Questa zona è stata presa come area campione sulla quale sviluppare dapprima strategie di analisi e poi di intervento utilizzabili per la rigenerazione paesaggistica di tutte la fascia fluviale di Pontremoli. In relazione al restauro dei ponti storici inoltre si ritiene tema di primaria importanza la riqualificazione di queste aree fluviali, in quanto dense di significato, cariche di potenziale e fondamentali per il legame che hanno con la città e ciò che la anima. Occorre tuttavia sottolineare come lo storico rapporto che lega Pontremoli ai suoi fiumi sia diventato negli ultimi anni un grande paradosso: oggi parlando del letto del fiume parliamo come di una zona extraurbana posta all’interno della città. Nonostante sia sotto gli occhi di tutti, questa vistosa area può considerarsi nascosta ed estranea, come un ostacolo da oltrepassare. Il timore delle piene straordinarie che da sempre tormentano la città ha progressivamente compromesso il legame che Pontremoli ha con le sue acque, allontanando sempre più la città dal greto del fiume. In realtà questi corsi d’acqua a regime mutevole hanno sempre avuto un ruolo fondamentale per la vita della città che traeva tutte le sue risorse dal fiume; al giorno d’oggi tuttavia sta scomparendo sempre di più la componente positiva di questa duplice relazione e queste aree, escluse dalla considerazione urbanistica, vengono viste quasi come uno scomodo “retro” della città. Malgrado gli aspetti negativi precedentemente analizzati, si può però riflettere su come la scarsa e quasi nulla frequentazione di queste aree abbia permesso l’evoluzione di una fascia di natura incontaminata.

A fronte di un’analisi delle aree golenali, si possono facilmente registrare alcune criticità piuttosto evidenti: l’inadeguata gestione della vegetazione ostruisce i percorsi e costituisce un pericolo ulteriore in caso di piena; gli elementi posti ad arginare il fiume contro le inondazioni straordinarie generano situazioni di forte discontinuità tra città e torrente; l’assenza o l’inadeguata e degradata presenza di elementi di arredo in più punti non permettono di godere al meglio degli spazi urbani; la pavimentazione risulta spesso degradata o in molti casi assente; l’illuminazione, insufficiente in alcune aree, determina nelle ore notturne il totale abbandono ed una scarsa valorizzazione delle emergenze architettoniche presenti; infine in numerosi punti la presenza di barriere architettoniche costituisce un ostacolo insormontabile che allontana ancor di più le persone da questi spazi.

Una rilettura e riqualificazione degli ambiti fluviali può essere pertanto l’occasione per ripristinare relazioni tra la città e il torrente, ma allo stesso tempo creare nuovi rapporti tra parti diverse della città. Il fiume diventerebbe così non più un elemento esclusivo ma una componente connettiva, capace di rilegare anche tutto il sistema di verde urbano. Studiando e ripristinando punti di accesso, percorsi e collegamenti tra città e torrente è possibile ridonare punti di relazione e dialogo che rievochino l’immagine della città fluviale ormai latente. Riconsiderare questo viaggio lungo il fiume e il suo rapporto con la città può portare senza dubbio alla creazione di un’ampia fascia riconducibile ad un vero e proprio parco fluviale. Questo sta a significare che l’area non sarà significativa solo per il grande valore ambientale ma assumerà molteplici valori. Il parco permetterebbe di ricollegare aree raramente frequentate e scollegate tra loro in un percorso denso di interazioni. Partendo dalle numerose criticità riscontrate su tutto l’ambito golenale, il parco cerca così di dare risposte e soluzioni. Gli interventi di riqualificazione, affrontati nella tesi in un’ottica sperimentale, individuano le aree campione, ritenute significative per dare un’impronta metodologica per il trattamento di tutta la fascia fluviale pontremolese. Le zone individuate sono state studiate, dove possibile, a partire dalla sezione fluviale e trattate a livello di spunto progettuale tramite schizzi, ponendole, in alcuni casi, in relazione ad altri progetti internazionali. Le azioni prese come campione di intervento sono state selezionate al fine di ricucire il legame tra tessuto urbano e fiume, favorire la fruizione dell’area fluviale, allestire spazi per rievocare la città storica ed attrezzare i percorsi del parco nei punti e nei modi più appropriati. Ogni intervento è stato considerato compatibilmente alle periodiche piene e pertanto necessario di continua manutenzione. Ricordiamo tra i progetti raccontati la creazione di un teatro all’aperto presso il ponte della Cresa, la visita suggestiva del “biedale”, la valorizzazione del vertice del Parco della Torre come punto panoramico di eccellenza sui ponti e sulla confluenza ed il recupero degli ambienti sottostanti il Parco del Teatro come info-point per la città.



Gli interventi come strumento strategico

All’interno di questo progetto di rigenerazione urbana della città in chiave urbanistica, i necessari interventi di restauro dei ponti medievali e di rigenerazione dei margini fluviali diventano pertanto azioni strategiche per affrontare un discorso di riqualificazione più ampio. La creazione del parco urbano e di nuovi percorsi consentirà di ripensare alcune aree della città che diventano punti nodali di alcuni possibili itinerari utili ad accompagnare il turista in un’immediata ed agevolata conoscenza del borgo. Attraverso questi percorsi si potrà ottenere una visione complessiva di Pontremoli e allo stesso tempo scoprire nuovi scorci della città altrimenti sconosciuti. Gli itinerari studiati sono tre e differiscono per contenuti, distanze e periodi di praticabilità. Il primo percorso, a tema storico-artistico, passa in rassegna alle fasi principali dello sviluppo urbano, gli eventi storici che hanno segnato maggiormente Pontremoli e le emergenze architettoniche di particolare valore. All’interno di questo itinerario il restauro operato sugli stessi ponti risulta essere componente determinante per la riscoperta dei beni artistici pontremolesi. Il secondo percorso di visita si articola nella natura tra le bellezze paesaggistiche di Pontremoli, percorrendo ad esempio le aree golenali riqualificate. Esso si sviluppa tra gli spazi verdi della città, i camminamenti adiacenti al letto dei fiumi ed i sentieri della Via Francigena. Il terzo itinerario di visita è un percorso riservato alla conoscenza di Pontremoli nelle ore serali per poter apprezzar un ulteriore suggestivo aspetto del borgo in relazione al progetto di illuminazione dei ponti storici e ad una possibile nuova visibilità notturna delle facciate degli edifici di maggior interesse.

Si può concludere affermando che la presente tesi, affrontando la storia, la conformazione e la contestualizzazione dei ponti storici di Pontremoli, ha voluto ridar vigore al significato identitario del borgo. Si è trattato il passato, il presente e il futuro dei ponti pontremolesi, impiegando un approccio multidisciplinare che ha favorito il raggiungimento degli obiettivi preposti. Il lavoro svolto, soddisfatti dapprima i diretti obiettivi di restauro dei ponti e rigenerazione dei margini fluviali, ha messo i presupposti per il miglioramento della vivibilità del borgo, per un’innovativa promozione turistica della città e per una necessaria valorizzazione degli interventi comunali passati.


Elia Santini



 
 
 

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